
- di Valeria Cappelletti:
“Si può scoprire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione” diceva Platone. Giocare è una cosa seria e non è solo per bambini, può diventare uno stile di vita, una passione capace di arricchire. Quanti da piccoli sono rimasti a bocca aperta nel guardare un giocoliere in grado di far ruotare cinque palline con le proprie mani, senza farne cadere neppure una o quei birilli bianchi che sembrano così pesanti da manovrare? Per Francesco Boni, 32 anni, livornese doc, da due anni residente vicino a Parma dove cura il web marketing e la comunicazione per un importante Tour Operator, il mondo della giocoleria da sogno è diventato realtà. Un mondo spesso guardato con diffidenza e forse con troppi pregiudizi, ma Francesco ha scelto di andare per la sua strada e le soddisfazioni non mancano.
A che età hai iniziato ad avvicinarti a questa arte e da cosa è nata la tua passione per la Giocoleria?
Avevo 12 anni ed ero a un campo con gli scout, quando il mio capo tirò fuori 3 palline. Incuriosito, gli chiesi di insegnarmi e fu così che… a 32 anni non sono ancora uscito dal tunnel!

Qual è l’oggetto che più prediligi?
L’oggetto con cui mi esprimo meglio sono le palline, per un bel po’ di motivi: quando ero troppo piccolo per uscire, lo strumento che in casa fa meno danni è sicuramente quello; poi la sensazione tattile di far rotolare qualcosa sul tuo corpo è davvero ganzissima! Inoltre ognuno di noi ha qualcosa che lo tranquillizza a livello ancestrale, e la forma sferica o la perfezione di ciò che è circolare mi ha sempre attratto e affascinato.
Cosa rappresenta per te questa arte?
Questa più che essere un’arte è una disciplina, nel senso che allena a vari livelli il tuo stato psicofisico: migliora la coordinazione oculo/manuale, i tuoi riflessi, la tua fiducia verso gli altri (durante i passaggi), l’attenzione e la dedizione a porti degli obiettivi e migliorarli, e perché no… anche la tua pazienza (quando ti cadono gli oggetti)!
Hai seguito una scuola?
No, non ho seguito alcuna scuola, perché quando ero piccolo e adolescente non ce n’erano, ma ho girato l’Italia tra vari festival del settore, raduni e convention dove ho potuto frequentare workshop e visto allenarsi ed esibirsi i veri “mostri” del settore.
Hai vinto un concorso in questo settore, che si è svolto il 16 e il 17 settembre. Come è andata?
Il concorso era a Padova e si chiamava “Fantasia 4 Juggling“, abbiamo vinto il 1° premio categoria Gruppi. Senza esserci mai conosciuti prima, hanno estratto a sorte alcuni gruppi di 4 giocolieri da tutta Italia (ognuno per ogni regione, n.d.r.): dovevamo pensare a un numero, provarlo in un paio d’ore e la sera stessa rappresentarlo. E abbiamo vinto!

Il mondo della Giocoleria e delle attività circensi è sconosciuto ai più, visto come qualcosa che si lega alla magia e all’infanzia. È davvero così?
Bè il mondo del circo così come l’arte di strada sono tra i mestieri più antichi, che fondono teatro, arte e tradizione popolare, quindi è pressoché impossibile non lasciare libero spazio all’immaginazione. Basti pensare che anche chi non era prettamente circense ha preso dal circo o dall’arte di strada ambientazioni meravigliose: su tutti Dario Fo e Federico Fellini. E se io vi parlassi di Chaplin o di Stanlio e Ollio, riuscireste a non accostare questi maestri della comicità alle classiche figure clown del Bianco e dell’Augusto? Lo sono per eccellenza! (Il clown Bianco è autoritario, l’Augusto è il pasticcione, n.d.r.).
Per quali progetti di circo hai lavorato a Livorno?
Inizialmente per alcune scuole medie cittadine, portando già nei primi anni Duemila l’attenzione delle istituzioni verso la Giocoleria. È così che poi ho lavorato 2 anni per il C.O.N.I. nel progetto “Giocosport”, e infine per 2 diverse scuole di circo insegnando sempre Giocoleria ed Equilibrismo agli adulti. È davvero bellissimo vedere il bambino, il ragazzo di 20 anni e l’adulto di 60 divertirsi con lo stesso spirito!

In Italia questa disciplina com’è vista? Ci sono scuole che preparano i ragazzi?
Spesso quando chiedi a qualcuno di provare o di iniziare, inizialmente ti danno la classica risposta: “E perché? Mica voglio mettermi a fare l’accattone per strada”, ma fortunatamente, anche se gli stereotipi sono ancora tanti, piano piano la situazione in questi anni è migliorata, grazie soprattutto ai tantissimi progetti educativi sparsi su tutta Italia verso bambini e ragazzi.
In cosa consistono in tuoi spettacoli?
Chiaramente nell’utilizzo della Giocoleria, ma a volte in modo comico, a volte no… Cerco di raccontare qualcosa.
Qual è il tuo sogno più grande?
Il mio sogno più grande, visto che per quasi 20 anni ho fatto giocoleria da solo in questa città, è quello di trovare un compagno per metter su un duo ed esibirci.
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