Cala il sipario su Il senso del ridicolo, tra barzellette e storie sul cibo

Ospiti principali di questa giornata: Ascanio Celestini e Bruno Gambarotta

Ascanio Celestini e Bruno Gambarotta. Foto: Valeria Cappelletti
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LIVORNO – Cala il sipario sulla quarta edizione di Il senso del ridicolo, festival dell’umorismo diretto da Stefano Bartezzaghi. A concludere il festival oggi sono stati, tra gli altri Ascanio Celestini e Bruno Gambarotta con un tutto esaurito.

Celestini e Bartezzaghi. Foto: Valeria Cappelletti

Il primo, attore, regista e scrittore, ha parlato del mondo delle barzellette. “La barzelletta è come un gioco che permette di dire cose, spesso anche cattive e violente, che altrimenti non potremmo dire” ha commentato sul palco.

Celestini, dopo aver esplorato il mondo della fiaba, delle canzoni, delle storie di guerra e di manicomio, ha scelto questo genere umoristico. “Credo che la cosa fondamentale in un racconto orale in generale, e quindi anche nella barzelletta, sia vedere le cose che si narrano, quando raccontiamo una storia noi vediamo quello che raccontiamo, lo stesso vale per la barzelletta”.

“La barzelletta è letteratura orale – ha proseguito – molto di ciò che conosciamo deriva dalla letteratura orale, dalla musica, e anche le barzellette ne fanno parte, ma a differenza della letteratura, quest’ultime raccontano qualcosa che sta succedendo ora”.

Bruno Gambarotta, giornalista, conduttore televisivo ed esperto di gastronomia, ha invece parlato del rapporto tra cibo e umorismo, raccontando una sfilza di aneddoti davvero divertenti legati alla sua carriera. Ha anche letto alcune missive ricevute quando, per un noto giornale nazionale, gestiva una rubrica e rispondeva a chi chiedeva consigli più disparati nel settore culinario.

 

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