Paolo Virzì all’Arena Fabbricotti: “Cercare sempre la verità”

Proiettato il documentario che il regista girò nel 1994

paolo virzì liberi
Il regista Paolo Virzì. Foto: Letizia Ribecai
Share

LIVORNO – È un invito a cercare la verità quello che Paolo Virzì, il regista livornese autore di film come “Ovosodo” e “La prima cosa bella”, ha rivolto al numeroso pubblico intervenuto ieri sera all’Arena di Villa Fabbricotti. “La grande sfida in un’epoca fatta di bufale e di false notizie – ha detto – è lavorare per cercare la verità, far appassionare le nuove generazioni alla scoperta e alla conoscenza”. L’incontro di ieri sera, che anticipa le celebrazioni per i 73 anni dalla liberazione di Livorno dal Fascismo (il 19 luglio) e per i 74 anni dalla caduta del Fascismo (il 25 luglio), è stato organizzato dall’Istoreco e come tema centrale aveva la proiezione del documentario dal titolo “Liberi“. Il film girato dal regista nel 1994, per la Fondazione Antonicelli, ha come tema la liberazione di Livorno dal Fascismo con testimonianze dirette di vari protagonisti.

paolo virzì liberi
Il pubblico. Foto: Letizia Ribecai

Un documentario pensato principalmente per i giovani, voluto da Catia Sonetti, direttrice dell’Istoreco e da Enrico Mannari, della Scuola Luiss, e che nel 1994 venne proiettato ai Quattro Mori davanti a un pubblico di giovanissimi. E sono stati proprio i giovani il tema centrale della discussione di ieri sera, moderata dal giornalista Luca Salvetti, e l’invito alle famiglie livornesi a condividere con i figli i ricordi della seconda guerra mondiale e della Liberazione. “Quando girammo il documentario – ha detto Virzì – ci colpì il fatto che molti ragazzi non avevano la consapevolezza di quanto fosse accaduto a Livorno, come se questo evento così drammatico, terrificate, vissuto dai livornesi, fosse stato rimosso, caduto nell’oblio perché troppo forte, troppo umiliante da ricordare”. Il documentario raccoglie interviste fatte a Elio Toaff, Nuto Revelli, Bruna Morelli, Franco Crovetti, Bruno Bernini e Nelusco Ghiachini.

Anche il tema dell’immigrazione e il ruolo della politica sono stati elementi centrali della discussione. Da parte di Virzì una forte condanna nei confronti di: “Quei politici che pur di raccogliere qualche voto in più trattano in modo leggero temi importanti come i diritti, l’antisemitismo e il fascismo – ha proseguito il regista – mi riferisco al Movimento Cinque Stelle e a Salvini”. E poi cita i sindaci Nicola Badaloni e Furio Diaz: “Due figure eccezionali che hanno risollevato Livorno”. Durante la serata Virzì chiama in causa più volte il partito di Beppe Grillo, rappresentato tra il pubblico da Francesco Belais assessore alla cultura. Il regista non risparmia qualche frecciatina, non sempre azzeccata, arrivando anche a fare dello spirito sulla decisione della Giunta di dedicare l’aula multimediale del Cisternino di Città a Serena Simoncini, consigliera del M5S scomparsa un anno fa. Virzì afferma che sarebbe stato meglio dedicarla a Caproni (mentre dal pubblico arriva il nome di Badaloni), per poi scusarsi a fine serata.

paolo virzì liberi
L’abbraccio affettuoso tra il regista e l’assessore. Foto: Letizia Ribecai

Virzì e Belais sono stati protagonisti anche di una divertente scenetta iniziale quando il regista ha accolto l’assessore, salito sul palco per un saluto, facendolo sedere sulle sue ginocchia. “Abbiamo tutti a cuore Livorno – ha detto Belais – in questo caso non ci sono bandiere, dobbiamo fare squadra. Il fascismo striscia ancora nella nostra società travestito da bullismo; di antifascismo non se ne parla mai abbastanza”. Quello di ieri sera dunque, è stato un momento di riflessione sociale e politica importante, al di là delle credenze e delle diverse appartenenze politiche degli uomini e delle donne che erano presenti all’Arena. Per Virzì tanti applausi e lui si è congedato scherzando: “Mi sento parte di questa comunità anche se vivo altrove per necessità (Roma n.d.r.), sono un migrante economico”, per poi concludere: “Il 19 luglio è una data importante per la nostra città e per la nostra storia, e Livorno ha una storia complessa”. Tra il pubblico anche la moglie Michaela Ramazzotti.

Valeria Cappelletti

© Vietata la riproduzione

Lascia un commento

La tua email non verrà pubblicata. I campi con asterisco sono obbligatori


*