
TOSCANA – Dal gambero della Louisiana al punteruolo rosso, dal pesce siluro alla testuggine americana, sono almeno 567 le specie aliene invasive diffuse in Toscana, ovvero quelle specie introdotte dall’uomo accidentalmente o volontariamente al di fuori dell’area di origine. Ben 157 invertebrati, 47 vertebrati, 363 piante, le specie aliene invasive sono sempre più presenti anche nella nostra regione con un impatto notevole sull’ambiente e sulla biodiversità, ma non solo si stima che i costi sociali ed economici di questo fenomeno superino i 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione Europea.

Tra gli alieni maggiormente diffusi in Toscana, il gambero rosso della Louisiana, spesso conosciuto con il nome di gambero killer (Procambarus clarkii), diffuso in tutte le province ma in particolare nella piana tra Firenze e Prato e nelle zone umide (Fucecchio, Massaciuccoli) dove danneggia gli ecosistemi naturali, gli argini dei corsi d’acqua e le attività di acquacoltura. Questo gambero lungo fino a 20 centimetri presenta molti rischi per la salute del consumatore a causa della capacità di accumulare nei propri tessuti metalli pesanti e tossine algali e di trasmettere alcune malattie infettive.

E proprio la Toscana sembra essere stata la “porta d’ingresso” in Italia per il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus), coleottero originario dell’Asia tropicale comparso nel bacino del Mediterraneo nei primi anni ’90. A rendere problematica la vita nei fiumi toscani anche il pesce siluro, una specie originaria dell’Europa centro settentrionale e dell’Asia Minore che nei nostri corsi d’acqua raggiunge lunghezze tra uno e due metri. Attualmente si ritrova nel fiume Arno e nel Serchio, oltre a segnalazioni in corso di verifica in altri bacini.
A minacciare gli ecosistemi di fiumi e laghi è anche la rana toro americana, Lithobates catesbeianus, che può raggiungere i 20 cm di lunghezza e oltre 1.5 kg di peso. È stata importata la prima volta per fini gastronomici nelle acque di Corte Brusca (Mantova) intorno al 1935 e da qui, per naturale espansione o successive immissioni, si è diffusa in buona parte della Pianura Padana.

La testuggine palustre americana, Trachemys scripta, originaria di un ampio territorio degli Stati Uniti centrali e sud-orientali, è stata introdotta in numerosi paesi a fini ornamentali e il suo continuo rilascio in natura ha dato luogo a molte popolazioni alloctone allo stato libero. Segnalata inizialmente negli anni ‘70 in Abruzzo, attualmente il suo areale sembra in costante espansione, tanto che oggi è presente in quasi tutte le regioni italiane.
Anche le piante hanno avuto opportunità di giungere da più parti del mondo e trovare nella regione terreno facile per diffondersi. Come il carpobroto o fico degli ottentotti (Carpobrotus spp.), una pianta molto bella, popolare nei giardini privati, in grado però di diventare invasiva o per il verde ornamentale e per il consolidamento di scarpate e pendici detritiche è stata usata la Ailanthus altissima, oppure la mimosa Acacia dealbata.
Per frenare la diffusione delle specie aliene invasive e aumentare la consapevolezza della cittadinanza sul tema, è nato il Life ASAP (Alien Species Awarness program), il progetto cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato da ISPRA, che vede coinvolti in qualità di partner la società Nemo Srl di Firenze, Regione Lazio (Direzione ambiente e sistemi naturali), Federparchi, Legambiente, Unicity Srl e Università di Cagliari, con il cofinanziamento del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei Parchi nazionali tra i quali l’Arcipelago Toscano, oltre al Parco dell’Aspromonte, Appennino Lucano e Gran Paradiso.
A cura della redazione
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